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Immagine del redattoreCircolo Dei Malfattori

Tra magniloquenza e blasfemia

Lə malfattorə non sono mai scomparsə: ecco cosa abbiamo fatto per la Notte di San Lorenzo

Chi è statə da noi ai tempi della Sala Diana si ricorderà probabilmente i due ritratti dedicati ad Anna Kuliscioff e John Belushi: avevamo l'ambizione di altalenarci tra i grandi pensieri che muovono l'umanità e il Jack Daniel's scolato alla goccia ad un toga party.

Con questo spirito abbiamo pensato a questa serata assieme ad ANPI, Supernova APS e Grotta Rossa che hanno visto sul palco Alessio Lega e Paolo Rossi, i quali sono stati presentati da Raymond Solfanelli.


La serata è iniziata in modo sicuramente belushiano: Solfanelli ha esordito in un monologo estremo, a tratti blasfemo, che sicuramente ha suscitato forti reazioni dal pubblico. Tra riferimenti squisitamente sessuali e pornografici e anti campanilismo, Raymond, che esordì sul palco della Sala Diana a suo tempo, ha ricordato quell'aria folle che animava il nostro circolo anni addietro.


Alessio, amico e compagno, ha invece riportato l'attenzioni sui grandi temi, come il colonialismo e la lotta di classe, con il suo linguaggio alto, pregno di sapienza e poesia. Ci ha raccontato, attraverso le sue canzoni, cosa significa vivere nell'Occidente in crisi pandemica, in questa fetta di mondo privilegiato e contraddittorio che schiavizza il resto del mondo quanto se stesso. Abbiamo riflettuto collettivamente, almeno ci auguriamo, sul significato del nostro vissuto sociale e societario, in un momento catartico che speriamo abbia portato a una riflessione effettiva da parte di ognunə.


Sono convinto che ora le persone necessitino di un conforto laico e di sentire storie che lascino delle domande

L'ultimo ospite, l'attesissimo Paolo Rossi, ha, in un certo senso, sintetizzato lo spirito del locale che fu. Il suo teatro popolare (leggi qui che cosa vuol dire per lui) ci ha fattз divertire, buttandoci nel sollazzo con una risata amara. La sua comicità pungente ha chiamato in causa il pubblico in prima persona, fin dall'inizio con il brano da lui tradotto Ginnastica di Vladimir Visotzkij che ha coinvolto lз spettatorз facendogli praticare piccoli esercizi dal posto. Nel marasma comico e d'improvvisazione non è mancata l'occasione di fare autoironia, di ridere delle proprie miserie personali e collettive per colmare, forse, l'aridità e la solitudine che questo momento storico ci ha lasciatз. Come ci ha rilasciato in un'intervista: Sono convinto che ora le persone necessitino di un conforto laico e di sentire storie che lascino delle domande, che ciascuno si può portare a casa e sentire con il proprio vissuto: le risposte spettano proprio alle persone, che spesso portano verso la stessa direzione.


Questa serata è stata soltanto la prima delle tante che organizzeremo nel corso del tempo: ringraziamo lз partecipanti e lз volontariз che hanno reso possibile lo spettacolo, nonché gli artisti che hanno lasciato un segno nelle nostra giornata.

Ci rivedremo molto presto!








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